Le due facce del Napoli di Coppa non possono non condizionarne le prestazioni. Le solite amnesie in difesa, aggiunte ai noti limiti dei singoli, tengono in bilico fino alla fine la sfida del San Paolo con l’Udinese. La fredda serata di Fuorigrotta conferma che il greco Kone ha una questione aperta con il Napoli ma soprattutto tiene stabile tra gli azzurri la lancetta dell’entusiasmo, all’immediata vigilia del girone di ritorno. La lotteria dei rigori è amica ad un mese esatto da Doha e Andujiar ripropone dinanzi ad Allan il gesto con il quale Rafael aveva neutralizzato la Juve. Offre lampi della sua classe, purtroppo ad intermittenza, Marek Hamsik, in salute non solo per il gol. Si chieda inoltre a Jorginho quanto faccia bene realizzare dagli undici metri, in un momento delicato della partita. L’ex Verona paga dazio per le poche presenze dell’ultimo periodo ma può e deve crescere. Gargano è padrone temperamentale della mediana, Mertens ancora discontinuo sebbene si dia un gran da fare. Aver vinto soffrendo consentirà di analizzare con maggiore tranquillità la prestazione. Val la pena ricordare che si trattava di un Napoli ridisegnato per 8/11 rispetto a quello dell’Olimpico: rotazione fisiologica nel bel mezzo del nuovo tour de force e soluzione favorevole quanto meno alla competizione interna. Il 4 febbraio con l’Inter sarà di certo un’altra storia perchè non passa in casa Napoli il concetto inopportuno di coppetta. Intanto la lezione infrasettimanale impone agli azzurri di lavorare sulla concentrazione e sulla gestione delle partite: Benitez sa fin troppo bene che è da qui che passa il salto di qualità del suo Napoli.
Silver Mele
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